Nel calcio delle nazionali, conta la storia? Sì, forse più che in altri scenari agonistici. E allora ricordiamoci che in dieci precedenti la Turchia non ha mai battuto l’Italia. Rischio! dirà qualcuno, visto che per la legge dei grandi numeri, gli 0 delle classifiche sono destinati a essere cancellati. Per contro, conforta il fatto che in un caso sovrapponibile come l’esordio italiano a Euro 2020, gli azzurri misero sotto i turchi per 2-1.
Ma non è certo con le statistiche che Roberto Mancini ha preparato questo delicato match. Piuttosto, al di là dei problemi che si sono susseguiti in queste tre settimane scarse di preparazione, con gli infortuni irrecuperabili di Sensi e Pellegrini (che potrebbero pesare più avanti), diciamo che rispetto al piano teorico manciniano, stasera la Nazionale partirà con nove-dieci/ undicesimi della formazione che il ct aveva in animo da tempo. Si può discutere se fosse prevedibile il sorpasso di Berardi su Chiesa, maturato negli ultimi mesi. Però l’attaccante del Sassuolo non ha sbagliato una mossa azzurra, dallo scorso ottobre fino a Bologna, nella prova generale contro la Repubblica Ceca: 6 gol in 5 partite. Difficile lasciare fuori uno così.
Ma è chiaro che il grande assente resta Marco Verratti. Il “francese”, un po’ come Jorginho, non ha un “doppio” di garanzia in questa rosa, pur riconoscendo grandi qualità in Locatelli, titolare di giornata. Negli ultimi due anni di gestione Mancini non ha mai nascosto di stravedere per il gioco e il fraseggio palleggiato nei piedi, nelle gambe e nelle geometrie di Barella-Jorginho-Verratti. Perso per ora il pescarese, vedremo stasera un’Italia con meno fantasia e estro. Servirà pazienza, perché non crediamo che la Turchia parta alzandosi molto rispetto alla propria trequarti. Il Jorginho fresco campione d’Europa avrà un ruolo chiave nel trasmettere i tempi di gioco. Potrà contare su Spinazzola, esaltato alla vigilia dal ct: «Ha qualità e forza incredibili: importante stia bene».
Una verità. Avrà probabilmente vita meno facile Florenzi, e con lui Barella: dal loro lato cercherà il “morbido” Calhanoglu, che anche nella Turchia ama partire largo e accentrarsi. Dalla parte opposta, Insigne sarà controllato da Celik, fresco campione di Francia col Lille. Probabile poi che il prode Immobile, promosso titolare, dovrà destreggiarsi, aiutato proprio dal nostro numero dieci, come fatto brillantemente al Dall’Ara. Ci sarà traffico davanti all’area turca, presidiata, davanti la linea a quattro, da Yokuslu. E se l’Italia dovrà riuscire a trovare la via del gol contro la migliore difesa delle qualificazioni, non dovrà dimenticare che il buon vecchio Burak Yilmaz, esaltato dal titolo francese, pur correndo verso i 36 anni, è dato in forma smagliante (29 gol in 67 presenze in nazionale).
Mancini sicuramente pescherà anche dalla panchina, in corso d’opera. Una carta potrebbe essere proprio Chiesa. Sulla tenuta del gruppo, date le gerarchie fissate in modo esplicito, il ct non teme cali di tensione da parte degli esclusi attuali (pur registrati nella sconfitta contro la U.20 sabato scorso a Coverciano): «Sarebbe grave fosse così. Chi entra deve essere pronto».
Italia (4-3-3): Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Chiellini, Spinazzola; Barella, Jorghinho, Locatelli; Berardi, Immobile, Insigne
Turchia (4-1-4-1): Cakir; Celik, Demiral, Soyuncu, Meras; Yokuslu; Karaman, Tufan, Yazici, Calhanoglu; Yilmaz
Nato a Torino, ho studiato scienze politiche ad indirizzo Comunicazione Pubblica. Scrivo sul web dal 2009. Nel 2017 ho fondato Pensionipertutti.it, punto di riferimento per tutte le notizie a tema previdenziale. Appassionato di Sport, politica e videogiochi.